Angela Sironi (Novate Milanese)

Porto una protesi oculare Dalpasso solo da una ventina di giorni, però sono davvero molto soddisfatta.

Scrivo  per ringraziare chi l’ha realizzata, nella sede di Milano e soprattutto per incoraggiare chi dovrà affrontare la mia stessa esperienza.

Credo non potrò mai dimenticare il giorno in cui mi è stata comunicata la necessità dell’intervento di enucleazione. Il medico ha utilizzato tutta la sua competenza e la sua umanità, ma qualsiasi metafora (mi è passato sopra un tir, mi è mancata la terra sotto i piedi ..) rende solo in parte l’idea.

L’attesa dell’operazione è stata ancora più difficile, soprattutto le notti… anche se all’inizio ho sottovalutato l’aspetto estetico, considerandolo secondario.

L’intervento  nel mio caso è legato alla recidiva di un melanoma oculare; inevitabile quindi preoccuparsi prima di tutto della salute. Andrà bene anche stavolta? Riuscirò a cavarmela malgrado questa importante menomazione?

Fin dai primi giorni ho avuto la fortuna di poter sperimentare alcuni vantaggi, perché il mio occhio sinistro era stato salvato cinque anni fa, ma con tanti “acciacchi”, per cui già ora vedo molto meglio con un occhio solo, rispetto a prima con due.

Cosa ha aggiunto la protesi? La possibilità di non dover ricordare continuamente quanto mi è capitato, così da guardare con più speranza al futuro. Questo è fondamentale per me, per chi mi vuole bene e ha una ricaduta importante anche nel rapporto con gli altri, compresi gli estranei, che non è detto debbano conoscere tutta  la mia storia.

Nel periodo tra l’intervento e l’impianto della protesi questo non poteva avvenire e perciò mi sentivo molto più vulnerabile e in difficoltà.

Diciamo anche che a nessuno piace essere identificato esclusivamente coi propri limiti: io non sono solo una persona con un occhio solo..

Concludo dicendo che lo sguardo di una persona è parte della sua identità e oggi potermi guardare allo specchio serenamente è davvero un grandissimo regalo.